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Poco prima di mezzogiorno, traverso la piazza abbacinante, che custodiscono le due torri arenate di guglie aguzze come lance, penetriamo nell'eccelsa grotta freschissima, dove dai vetri istoriati scendono per la penombra tappeti di colori liquidi sotto i nostri piedi. Fontane luminose pullulano nel silenzio degli ambulacri aperti come radure fiorite fra i fusti grigi degli degli enormi colonnati. Rossi vinosi, verdi di malachite, viola di more, gialli di pesche, azzurri di giacinto o notturni, si sfanno sotto il sole inondando il pavimento a rivoli come orti pigiati. (it) |