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Controllare no, educare sì, con i giocatori come con i figli. L'allenatore fa un po' di tutto, bisogna entrare nella testa dei giocatori, nella loro personalità, conoscerli e adattarsi, fa parte del nostro lavoro. Con Adriano c'è un rapporto di stima reciproca, sta lavorando bene dopo una stagione che per lui è stata difficile, ma io voglio ancora di più. Non sono, non sarò mai e non voglio essere il papà dei giocatori, voglio dare ad Adriano una seconda opportunità, con lui ho un rapporto di fiducia reciproca che per me è la cosa più importante. (it) |