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Leggere Buzzi è sempre un viaggio nel retrobottega delle parole e delle idee, dove la loro vitalità e il loro assurdo vengono abilisssimamente fatti deflagrare. Basta una metafora arguta a miniaturizzare una storia; e si sorride, ci si sorprende, si pensa, si divaga, si ride di cuore. Anche per questo libro è così. Il lettore vedrà comparire improvvisi conigli che, con un occhio diritto e l'altro piegato, assomigliano a Maurice Chevalier. Imparerà diverse bizzarrie, che tra gli antenati dell'autore c'è una Trattoria Buzzi, che esiste una pasta detta "tempesta" e adatta per il brodo ristretto. E concorderà che quando un barbiere dalla forbice leggera come una musica tocca il tasto della malinconia ricordando che i capelli crescono anche dopo la morte, è sicuramente meglio parlare d'altro: perché non di un bel piatto di tagliatelle al burro e tartufi? (it) |