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È debole il governo, più nella politica che nei numeri. La storia recente d'Europa è piena di governi retti per anni da una maggioranza di tre, due, uno, mezzo parlamentare. Non è questo il punto. La questione è l'incapacità di scegliere una strada, un linguaggio, uno stile di governo, a volte una singola decisione, e di difendere la scelta fino in fondo. Finora il governo non l'ha fatto. Ha sempre reagito più che agire, schiavo dell'agenda politica dell'avversario, sempre sulla difensiva e per giunta senza mai azzeccare un contropiede. Si è comportato da minoranza ben prima di diventarlo nei fatti. Ma è debole anche l'opposizione, incatenata a un vecchio padrone che molti non sopportano più ma nessuno ha il coraggio di sostituire, come si farebbe in un normale schieramento politico. Silvio Berlusconi comanda nella Casa delle libertà ma quando parla di elezioni anticipate, s'aggrappa al falso scandalo Visco per tirare la giacca al presidente Napolitano, allora davvero «abbaia alla luna», come dicono gli alleati centristi. L'escalation in politica ha le sue regole. Dopo lo sciopero fiscale, quale sarà il prossimo passo del capo dell'opposizione? Invocare la secessione del Nord più la Sicilia? Su questa strada, si può finire soltanto in due modi, nel dramma o nel ridicolo. (it) |