Mention598819

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so:text Le cronache parlano di un Vlad II Dracula, principe di Valacchia, che intorno al 1430 si distinse nella lotta contro i turchi, e di suo figlio Vlad III Dracula l'Impalatore, che in sei anni di regno, tra il 1456 e il 1462, avrebbe ucciso tra i quaranta e i centomila cristiani, più un congruo numero di nemici turchi, con il prediletto metodo dell'impalamento. Nessuno dei due è compatibile quanto Stoker fa narrare dal Conte nel terzo capitolo del romanzo: in particolare sorprende che – eventualmente – egli non abbia pensato alle ghiotte occasioni di orrore che i gusti di Vlad Tepes gli mettevano a disposizione. D'altronde, la componente orrorifica del suo Conte si esercita su tutt'altro piano da quello dell'impalamento e non è poi da escludere l'idea che un eccesso di orrore potesse risultare controproducente nei riguardi del lettore vittoriano. La conclusione sotto questo profilo è che il Dracula di Stoker non abbia assolutamente nulla a che fare con la storia dei vari Vlad – al di là della suggestione esercitata dal nome – e che l'autore abbia fatto un po' di confusione in proposito. Più concretamente, tra i motivi ispiratori del suo personaggio, è certo – per sua esplicita dichiarazione – che vi fosse anche lo stesso Henry Irving, d'aspetto fisico non incompatibile con il Vampiro transilvano. (it)
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