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Con Federer la scelta non si pone. Lo svizzero ha tutta la velocità di Lendl e Agassi nel palleggio, durante l'oscillazione si solleva da terra e con i tiri da fondocampo batte perfino Nadal. Sottigliezze, tocco e raffinatezza non sono morti nell'era della potenza da fondocampo. Perché il 2006 è un'era in cui vige, ancora, quel tipo di gioco: Roger Federer gioca di potenza da fondocampo che è una meraviglia, da vero fuoriclasse. Ma non fa solo questo. Ci mette anche l'intelligenza, l'intuitività occulta, il senso del campo, la capacità di interpretare e manovrare gli avversari, di combinare effetto e velocità, di fuorviare e dissimulare, di usare il fiuto tattico, la visione periferica e la portata cinestetica anziché soltanto la velocità meccanica: tutto questo ha svelato i limiti, e le possibilità, del tennis maschile com'è giocato adesso. (it) |