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A me no spetta certamente il compito di estendermi sulla valutazione critica dell'opera di Gabriele D'Annunzio: ciò altri ha fatto, e farà ancora.
Piacemi solo rilevare il mirabile travaglio ond'Egli dalla prosa lussureggiante, e a tratti eccessivamente lavorata, d'un suo primo atteggiamento artistico, sia pervenuta gradatamente al pieno possesso della prosa semplice, e suffusa quasi di misticismo, degli anni del cimento e del dolore, la prosa della Leda, delle Faville del Maglio, e del Notturno improntata quasi sempre di alta spiritualità. (it) |