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Autore del libretto non è più il Solera, bensì Francesco Piave, un giovane veneziano fabbricatore di cattivi versi, ma dotato di un raro intuito teatrale. In grazia appunto di codesta dote egli poté divenire da quel giorno il più assiduo collaboratore del Verdi. Il Piave si raccomandava anche per una esemplare modestia e pieghevolezza di carattere, qualità che lo resero segnatamente caro al Maestro, il quale amò sempre di scegliere da sé medesimo gli argomenti dei suoi libretti, di suggerirne e sovente imporne anche le situazioni. (it) |