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Blériot cede il posto a un meccanico, il meccanico a Leblanc. Ora uno, ora l'altro danno strappi all'elica, ma il motore è spietato come uno scolaro che tutti aiutano, tutta la classe gli suggerisce, ma no, egli non sa, s'impunta continuamente, rimane continuamente incagliato allo stesso punto e non ce la fa. Per un po' Blériot se ne sta quieto sul sedile, i sei collaboratori gli stanno attorno senza muoversi, sembra che tutti sognino. A un certo memento gli spettatori possono tirare un sospiro e guardarsi intorno. Passa la giovane signora Blériot dal viso materno, seguita da due figli. Quando suo marito non può volare non è contenta e quando vola sta in pensiero; oltre a ciò il suo bel vestito è un tantino pesante per questa temperatura. Di nuovo si dà una spinta all'elica, meglio forse di prima, forse anche no; il motore si mette in moto con fracasso, quasi fosse un altro; quattro uomini trattengono l'apparecchio e nella bonaccia tutt'intorno la corrente suscitata dall'elica attraversa a ventate i camiciotti di questi uomini. Non si ode una parola, chi comanda è il rumore dell'elica, otto mani lasciano andare l'apparecchio che scorre a lungo sulle zolle come una persona maldestra su un pavimento cerato. (it) |