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Il primo ricordo che ho del pallone è di quando ero ad Asti, giocavo in oratorio, sull'asfalto, se cadevi ti facevi male dovevi rialzarti lo stesso. Ogni torneo era una battaglia. Se ti entravano in contrasto dovevi fingere di non sentire male, così le persone non ti avrebbero preso in giro: è così che ho imparato a giocare a calcio e quando cresci così, anche Giorgio Chiellini in allenamento non sembra così spaventoso. Quando giochi a calcio in questo modo, impari a giocare con la fame. Impari che il calcio, come la vita, ha alti e bassi. A volte segni all’ultimo minuto di una partita e vinci per tutti, a volte no. (it) |