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È vero che quando è fatta in primo luogo di privilegi la libertà è un insulto al lavoro e lo separa dalla cultura. Ma la libertà non è fatta in primo luogo di privilegi, è fatta soprattutto di doveri. E dall'istante in cui ciascuno di noi cerca di far prevalere i doveri della libertà rispetto ai propri privilegi, da questo istante la libertà salda il lavoro e la cultura e mette in moto una forza che è l'unica a poter favorire efficacemente la giustizia. La regola della nostra azione, il segreto della nostra resistenza, può allora essere espresso in modo molto semplice: tutto ciò che umilia il lavoro umilia l'intelligenza, e viceversa. E la lotta rivoluzionaria, lo sforzo secolare di liberazione si definisce allora come un duplice e incessante rifiuto dell'umiliazione. la libertà non è un regalo che si riceve da uno stato o da un capo, ma un bene che si conquista ogni giorno, con l'impegno di ciascuno e l'unione di tutti. (it) |