so:text
|
La formula wagneriana «melodia infinita» esprime nel modo più amabile il pericolo, la corruzione dell'istinto, e anche la tranquillità della coscienza in mezzo a tale corruzione. L'ambiguità ritmica, per cui non si sa più, non si deve più sapere, se una cosa è capo o coda, è senza dubbio un trucco artistico mediante il quale si ottengono effetti meravigliosi – il Tristano ne è ricco –; ma come sintomo di un'arte è e rimane il segno del dissolvimento. La parte impera sul tutto, la frase sulla melodia, l'attimo sul tempo , il pathos sull'ethos , e finalmente l'esprit sul pensiero. Scusi! Ma quello che io credo di scorgere è un capovolgimento della prospettiva: si vede molto, troppo minutamente il particolare; molto, troppo confuso l'insieme. In musica la volontà è tesa verso quest'ottica sovvertitrice, e più della volontà: l'ingegno. E questo è décadence: una parola che tra gente come noi, s'intende, non giudica ma definisce. (it) |