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Kassem si era messo, ormai, contro tutti. Contro i nasseriani, che sono ovviamente numerosi fra i giovani ufficiali; contro i comunisti, sempre più influenti - nonostante le persecuzioni - fra il proletariato, le masse studentesche e la elite intellettuale; contro gli inglesi, ponendo precise rivendicazioni sullo sceiccato del Kuwait; contro gli americani, che continuava ad attaccare con violenza verbale; contro i kurdi, che rappresentano una grossa minoranza nazionale in Irak. Kassem, completamente isolato, prevedeva dunque la catastrofe imminente? È probabile. Il recente spostamento di una cinquantina di ufficiali sembra indicare che il dittatore si aspettava il colpo. È stata una mossa inutile. La sanguinosa parabola stava per chiudersi, e non c'era più scampo. (it) |