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lo scrittore Nikos Kazantzakis, anche lui di Eraclion, dice che gli artisti sono l'avanguardia di Dio, persone prescelte, per una missione ben precisa. Con una missione consolatoria, per offrire a ciascuno che si accosta all'arte, un qualcosa a cui aggrapparsi, nel momento del grande dolore. Quando iniziamo cioè a domandarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, quesito a cui non vi è risposta. L'arte è forse più consolatoria anche delle religioni, perché non chiede nulla in cambio. Non chiede ubbidienza, non chiede di accettare un dogma. Ti chiede solo di avvicinarti ad essa. Quindi si potrebbe dire che l'arte, in qualche modo, è più vicina a Dio, di quanto non lo sia la religione. Forse non gli artisti, perché sono esseri finiti, ma l'arte infinita ed eterna. Possiamo ricordare che mentre gli affreschi minoici sono ancora ben visibili, la religione dello stesso periodo è scomparsa. Molte religioni possono essere viste come creazioni umane, mentre l'arte, ubbidisce a degli ordini superiori, data per ordine superiore, "κατ′εντολη′ν. (it) |