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Uno dei ticchi particolarissimi al capocomico è la istintiva avversione per gli autori. Sebbene il primo e vero capitale del capocomico sia il repertorio, egli non è punto grato a coloro che contribuirono a procurarglielo; se potesse, ne farebbe a meno. Non ammette volentieri che senza autori non ci sarebbero comici, e molto meno poi capocomici.
Degli autori, ha meno in uggia i morti che i vivi; dei vivi, i più lontani da lui, i francesi; dei nostrali, quelli che gli fanno fare più denari; e, di questi, chi ha minori pretese. (it) |