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Prima dei fatti del 1917, eccetto i legami di parentela che ci univano, nessun altro affetto particolare mi faceva preferire la compagnia di Giacinta e Francesco a quella di qualsiasi altro bambino. Anzi, la sua compagnia diventava, talvolta, abbastanza antipatica, a causa del suo carattere troppo permaloso. Ogni minima questione, di quelle che sorgono tra bambini quando giocano, era sufficiente per farla restare stizzita in un cantuccio, imbronciata, imitando il mulo, come noi dicevamo. Per farle riprendere il suo posto nel gioco, non bastavano le carezze più dolci che, in occasioni simili, i bambini sanno fare. Bisognava allora lasciarle scegliere il gioco e la compagna con cui voleva far coppia. Aveva, però, già a quel tempo, un cuore molto ben inclinato; e il buon Dio l'aveva dotata d'un carattere dolce e tenero, che la rendevano, allo stesso tempo, amabile e attraente. (it) |