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Una donna: proprio quello che una fanciulla non ha voglia di diventare, checché le sia successo. Ma c'è poco da scegliere, e meno ce n'era nel milleseicentoventidue o venticinque, a Roma. Così Artemisia alzò la testa, e fece il conto dei suoi averi: bel viso, bella mano, bella persona, talento, quattro casse, duecento ducati, un marito vivo o morto: eredità che la fanciulla spirante e noncurante le trasmetteva e di cui si affrettò a prendere il comando. In un lampo, seppe che il maggiore di questi beni era il marito, condizione perché gli altri fruttassero: intanto si premuniva, d'istinto, contro malevolenze e curiosità, imitando, da stupirne le dame di Toscana, così brave a farsi rispettare. Riconosciuto definitivamente il suo stato, forte all'improvviso di una voglia di vivere e prosperare che le fanciulle non hanno, sacrificava per la prima volta, con animo sgombro, all'astuzia, la dea dei poveri che non vogliono morire. (it) |