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L'Ecuador di soli 13 milioni di abitanti ha riserve di greggio per almeno 4,4 miliardi di barili. Il 60 per cento dei cittadini vive però in povertà e solo una minoranza fortunata guadagna il salario minimo di 143 dollari al mese. La soluzione ovvia – dare i soldi del petrolio agli ecuadoriani senza soldi – fa a cazzotti con il Programma di aggiustamento strutturale 2003 della Banca mondiale. I termini riservati del prestito accordato all'Ecuador prevedono che il governo versi agli obbligazionisti il 70 per cento delle entrate provenienti da ogni incremento di prezzo del petrolio. Quito deve rinunciare, insomma, ai dollari ottenuti con l’aumento dei prezzi del greggio in seguito alla guerra in Iraq. Un altro 20 per cento dei ricavi extra va messo da parte in previsione di "contingenze" , mentre l'Ecuador può trattenere solo il restante 10 per cento per i servizi sociali. (it) |