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La guerra umanitaria contro Milosevic non aveva come obiettivo soltanto la stabilità in Europa, ne aveva anche uno etico. I delitti gravi contro l'umanità, come quelli compiuti da Milosevic nel Kosovo «non potevano restare impuniti». Le parole decise di Madeleine Albright, allora segretaria di Stato nell'America di Clinton, erano un messaggio preciso: era una dichiarazione di guerra al totalitarismo, per ragioni umanitarie. Anche la Germania, per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale, partecipò a un'azione bellica con gli altri europei. La discussione sulla legittimità o meno di quella guerra fu intensa. E diventò ancora più aspra quando invece di crollare dopo i primi bombardamenti, la Serbia di Milosevic tenne duro. Non era stata presa in giusta considerazione la mentalità del dittatore né quella del popolo serbo, convinto di essere capace di dare il meglio di se stesso nei momenti di pericolo . È con questa stessa mentalità che Milosevic si è difeso al Tribunale internazionale e che non pochi serbi continuano a difenderlo. Al di là, spesso, della ragione. (it) |