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Ero a Parigi in primavera con amici futuristi. Una mattina dell'aprile 1914, verso le 11 mi trovavo sul boulevard Montparnasse e andavo in direzione della stazione; era bel tempo. ad un tratto, un tranvai che andava nella mia stessa direzione, cioè verso la stazione, dopo aver suonato violentemente a più riprese, frenò bruscamente, ma la vettura continuava il suo cammino facendo un rumore fortissimo e stridente. Un uomo, come se niente fosse, come se niente sentisse, attraversava il boulevard venendo dallo stesso marciapiede dove mi trovavo, e quest'uomo andava direttamente contro il tranvai. In quell'attimo mi accorsi che era Amedeo Modigliani, l'amico, l'artista. Ebbi appena il tempo di agguantarlo per il braccio sinistro e, con violenza, buttarlo a terra fuori dalle rotaie: fu veramente questione di centimetri. Con le altre persone accorse, lo risollevammo e fu solo in quel momento che si rese conto che ero io e cominciò a riprendere conoscenza. Insieme andammo alla Rotonde, ci sedemmo su una panchina e i suoi occhi, lentamente, ridivennero normali o quasi, e si tranquillizzò. Né lui né tanto meno io, facemmo il più piccolo cenno a ciò che era avvenuto e la cosa finì così. (it) |