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È un film abbastanza nichilista, una versione molto per i poveri della Società dello spettacolo di Guy Debord, un mondo dove tutto si è azzerato. È un film su una tragedia in corso, la mafia, di cui non si parla più, se non nelle fiction: nella più felice delle ipotesi l’antimafia ha il volto di Pif. L'idea, insomma, è che tutto si può fare, tutto è allo stesso livello: le fiction, le cerimonie istituzionali, i neomelodici. Nel film precedente, Belluscone, raccontavo i giovani sottoproletari che intendevano la parola "carabiniere" come un insulto. Oggi non c'è nemmeno più questo problema. E non perché sia penetrata chissà quale cultura della legalità. I ragazzi ti rispondono: "Mi piacerebbe fare il killer, ma se non posso, anche il carabiniere va bene". Tanto sono comunque eroi da fiction, di un super-Blob. (it) |