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Brüggeman, nonostante corteggi con grande impegno un cinema trascendentale, fatica a trasmettere la vertigine dello scandalo del sacro o, meglio, di ciò che trascende la sfera della comprensione umana. La passione di Maria, adolescente che desidera offrire la sua giovane vita a Dio affinché il fratellino Johannes, forse affetto da autismo, possa iniziare a parlare, non convince mai del tutto. Il fascino un po' acerbo, e tutto di intenzione di Kreuzweg sta nell'idea che fissità equivalga a trascendenza. Brüggeman ambisce allo stordimento dell'indicibile raggiunto nell'ascesi formale, privando però il suo film dell'ossigeno necessario a farlo vivere, pulsare come organismo cinematografico . Certo, il film possiede una potenza massimalistica innegabile, plumbea, e il gioco della corrispondenza delle stazioni con quelle della protagonista è orchestrata con grande intelligenza. (it) |