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Silvestri aveva conosciuto Mussolini quando erano entrambi socialisti e aveva appoggiato nel 1914 il suo passaggio dal pacifismo all'interventismo. Nel 1920 poi, Silvestri aveva provato a giustificare il nascente squadrismo in quanto «legittima reazione alle violenze rosse». Ma, dopo aver indagato, sul «Corriere» ne aveva denuciato gli eccessi. E, come risposta, aveva ricevuto dagli squadristi un pestaggio che lo aveva fatto finire in ospedale. Dopo aver puntato il dito contro Mussolini per il delitto Matteotti, Silvestri era stato segretario generale delle Opposizioni nella secessione parlamentare dell'Aventino. Nel 1925 fu processato e nuovamente picchiato dalle camicie nere alla stazione di Milano, ciò che gli provocò una commozione cerebrale. Sarà poi radiato dall'Albo dei giornalisti e spedito al confino a Ustica, Ponza e Lipari. (it) |