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Non dove le roteanti nebulose s'oscurano | O s'eleva la nostra coscienza ottenebrata! – | L'impeto delle ali, se volessimo udirlo, | Urta contro le nostre porte suggellate a cera. || Gli angeli siedono nelle loro antiche dimore; – | Se appena rivolti una pietra, ecco un'ala s'agita! | «Voi siete», sono i vostri volti estranei, | Che perdono l'essenza dai mille lucóri. || Sì, nella notte, Anima mia, mia figlia, | Grida; – e aggráppati al Cielo, lungo i bordi; | Ecco, Cristo cammina sulle acque | Non di Genezaret, ma del Tamigi! (it) |