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Io non sono né buono né santo, però credo che ognuno ottiene dalla vita ciò che merita per le doti che ha avuto. Certo, per me può essere facile dirlo: ma il lavoro paga. Dico che «loro», cioè i giornalisti e i dirigenti e i tifosi che ci giudicano senza sapere, ci vorrebbero sentimentali quando ne hanno la convenienza. Ma quando andiamo in campo pretendono che siamo professionisti senza sentimenti, mai condizionati dai problemi di tutti i giorni o dal fatto di affrontare una situazione psicologica molto particolare. (it) |