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Il colore è sia una caduta nella natura, che può essere a sua volta una caduta dalla grazia o una caduta nella grazia, sia contro la natura, e può dar luogo a una corruzione della natura o alla libertà dalle sue forze di corruzione. Il colore è una caduta nella decadenza e un recupero di innocenza, un'aggiunta falsa a una superficie e la verità sotto quella superficie. Il colore è disordine e libertà; è una droga, ma una droga che può intossicare, avvelenare o curare. Il colore è tutte queste cose, e più ancora, ma molto raramente è solo colore neutrale. In questo senso, la cromofobia e la cromofilia sono sia diametralmente opposte sia abbastanza simili. In particolare, sono spesso notevolmente simili nella forma. Nelle occasioni in cui al colore è riconosciuto un valore positivo, quello che colpisce di più è come il suo versante cromofobico – che è il femminile, l'orientale, il cosmetico, l'infantile, il volgare, il narcotico e così via – per lo più non sia bloccato, fermato e dirottato. Al contrario: nei racconti cromofili, questo processo è di solito insieme proseguito e accelerato. Il colore rimane altro; in realtà, spesso diventa più altro che prima. Più pericoloso, più disgregante, più eccessivo. E forse questo è il punto. La cromofobia non ha effettivamente il suo opposto nella cromofilia; la cromofobia potrebbe essere vista semplicemente come una versione debole della cromofilia. Il che vuol dire: la cromofobia riconosce l'alterità del colore ma cerca di dargli poca importanza, mentre la cromofilia riconosce l'alterità del colore e gli dà importanza. La cromofobia è forse solo la cromofilia senza il colore. (it) |