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Eravi questa differenza fra Bonaparte e Moreau; che l'uno era uomo di raziocinio, l'altro di azione; l'uno era di cera, l'altro di ferro: quando erano dinanzi all'esercito, quei due caratteri agivano sul soldato in un modo differente: Moreau freddo e metodico, ragionava coi suoi generali i suoi piani di campagna; nulla diceva all'entusiasmo delle sue legioni, ma di esse aveva cura; vegliava con sollecitudine alle più piccole occorrenze dell'esercito. Marciava al combattimento con un coraggio calmo e come all'esecuzione d'un dovere; tagliava alla vittoria le sue ali dorate per non farne che una divinità fredda e matematica. Moreau era lealmente repubblicano per indole, per, per studio. Il carattere di Bonaparte era oppostissimo: ei scuoteva il soldato nelle sue intime fibre; con una parola sollevava quelle masse di granito; trascinava i suoi vecchi granatieri come fanciulli, sotto i prestigi della sua immaginazione, conducevali nelle misteriose e sconosciute regioni della sua vasta mente. Moreau faceva marciare l'esercito per dovere, Bonaparte per entusiasmo; e questo era così forte che gli faceva saltare le Alpi a piedi giunti, sfidare le sabbie bollenti dell'Egitto, i ghiacci del San Bernardo o l'ardente sole delle Piramidi, e senza che venisse mai meno. (it) |