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Io prendo molto sul serio quel che faccio, ed è sempre stato così, fin da quando a diciott'anni scrissi il mio primo romanzo La lunga marcia.
Ho pochissima pazienza nei confronti degli scrittori che non prendono sul serio il proprio lavoro, e proprio nessuna pazienza nei confronti di chi sostiene che l'arte di scrivere storia sia ormai logora. Non è logora, e non è un giochino letterario. È uno dei più importanti modi di cercare un senso nelle nostre vite e nel sovente terribile mondo che ci circonda. È il modo in cui rispondiamo alla domanda: «Come possono accadere cose del genere?» Le storie ci portano a pensare che a volte vi sia una ragione. (it) |