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Il Charvaz non era né piaggiatore, né burbero, né arrendevole, né soverchiamente severo ed aveva l'arte di osservare e quella maggiore di trarre dalle osservazioni utili norme per il governo dei suoi alunni. Carlo Alberto non prescrisse al Charvaz, come costumava l'antica monarchia, alcuna regola per la loro educazione, ma lo lasciò libero, anzi consentì perfino che si provasse a mettere in esecuzione un suo disegno speciale che poi interruppe avendo dovuto, appena trascorsi quattro anni, cedere ad altre mani i piccoli principi. Nel periodo in cui operò da solo egli seppe acquistare grande autorità sul loro animo, rendere loro abituale il lavoro e l'osservanza del dovere, istruirli nei primi e più difficili rudimenti delle lettere e mantenere infine la semplicità dei modi e la schiettezza dell'indole. (it) |