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Quanto alla legge Ruberti, Cervi ha osservato che viene presa di mira perché consentirebbe un limitato ingresso dei privati nella gestione delle università: e al solo sentir parlare di «privato» – che le folle e i giovani dell'Est chiedono con slancio entusiastico – gli epigoni nostrani del marxismo-leninismo sono presi da convulsioni. La legge Ruberti è passata in sott'ordine, il punto centrale del dibattito – o piuttosto della successione di sproloqui, intimazioni e insulti – è diventato il degrado di questa povera Italia privatizzata, che invece conoscerebbe fulgidi destini se fosse tutta pubblica e stabilizzata. Gli slogans, le utopie, le bugie e le dissennatezze sessantottine o settantasettine riemergevano dalle pagine dei libri e dalla polvere degli archivi, per imitazione o per transfert generazionale. (it) |