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Temo veramente che questo nuovo metodo di comunicazione sia il segno del coraggio perduto. Da una parte la paura di guardarsi dentro in silenzio e privatamente giudicarsi. Dall'altra, lo sgomento di ricevere uno sguardo, benevolo o accusatorio che sia, da mettere in relazione ad una parola detta o ad un gesto compiuto. È una illusione pericolosa, quella del rapporto impersonale mediato da un display. La grande montagna dell'alibi e la fossa profonda dell'assenza di responsabilità guidano l'uomo alla spersonificazione e lo indeboliscono fino a renderlo improteggibile da se stesso e dagli altri. La voglia di conoscenza dell'interlocutore richiede un processo faticoso, ma garantisce il significato della sua e della nostra stessa esistenza. (it) |