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Forse l'estremismo massimo che raggiunge la protesta dei giovani è quello muto del silenzio. È la protesta di chi non accetta nulla ma non scarta neppure nulla, perché non pretende di avere il criterio per scartare e non riesce a determinare con precisione l'oggetto del suo rifiuto, sì che resta perplesso in modo radicale. La negatività è totale ma è insieme cosciente di non potersi esprimere senza contraddirsi. Non si accetta nulla e si cerca. Si cerca con la coscienza del proprio completo disorientamento: un disorientamento tale da non consentire neppure una sua espressione esplicita. È la metafisica del vuoto che si converte nella metafisica della ricerca, che è sempre più alimentata dallo stesso ricercare, illuminato da tutte le luci di un'esperienza particolarmente ampia e profonda. Ed è una metafisica che giunge al livello di un'esigenza radicale, tale da investire tutta la realtà di oggi e da tendere a quella risposta esaustiva che ogni consapevole metafisica si propone. (it) |