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Faccio due osservazioni. L’episodio di Porta Pia è stato letto, e credo giustamente, come una interruzione, come un trauma, sia per la perdita del potere temporale del Papa sia per la forte opposizione, che ne consegui tra il Regno d'Italia e la Santa Sede – ha detto il cardinale - Ma nella storia bimillenaria della Chiesa il 1870 fu soltanto una tappa. Credo invece che si debba considerare la storia delle relazioni tra la Santa Sede e lo stato italiano, secondo il canone della continuità, in una progressiva evoluzione, una volta superata la fase conflittuale, avendo come obiettivo una cooperazione tra le due istituzioni sottolineata dalla firma concomitante del trattato del concordato. La seconda osservazione deriva dalla prima, questi due accordi uno destinato ad assicurare l'indipendenza del romano Pontefice e l'altro a tutelare l'attività della Chiesa in Italia, sottolineavano il carattere spirituale, pastorale della Chiesa e del suo capo, il Papa. (it) |