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Il romanzo lo immaginai vedendo tanti di quegli uomini cattolici integrali, sentendo una certa atmosfera nella quale giganteggiavano, sempre più isolate, talune figure di nobili. Alla fin fine, si vede che il Principe, attorno al quale ruota tutto un ambiente nuovo, tutto un mondo nuovo, spregiudicato, vano, falso, è sullo stesso piano del servitore. Che cosa hanno in comune Filippo di Santo Stefano e il sor Checco? Ma la fede, la comunanza di virtù, di ideali, di religione, insomma! Il cristianesimo è l'elevazione degli umili. Il principio cristiano dell'uguaglianza di fronte a Dio, della fraternità degli uomini, dell'intesa, della comunione che può esistere fra due persone tanto distanti per posizione sociale, per cultura: il Principe, per l'appunto, e il vecchio, fedele servitore: il sor Checco personaggio emblematico quanto mai, dotato di una sua personalità, di una dignità ch'è tipica delle anime semplici e ingenue, quando fermamente credono nei valori della trascendenza. Essi sono profondamente uniti, pur essendo su due piani sociali diversissimi da qualcosa di più importante: il senso dello spirituale, l'obbedienza alla legge di Dio, la vita vissuta in conformità a questa legge. (it) |