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Andavamo al Mit. I più fortunati volavano a Boston per seguire corsi, condividere progetti e visioni del futuro, lavorare gomito a gomito con le più fertili menti del mondo. Essere stati al Mit era, ed è, una medaglia da esibire con orgoglio. Adesso il vecchio continente vuole il suo Eit per recuperare il gap nella ricerca con gli Stati Uniti e con l'emergente area orientale: Giappone, India, Cina. È la strada giusta? Sì, a due condizioni: 1) che l'Eit sappia sviluppare innovazione a stretto contatto con le imprese; 2) che il polo tecnologico sappia riportare in Europa i cervelli emigrati altrove e le migliori teste disponibili sul mercato globale. Allora potremo dire con orgoglio: andiamo all'Eit. (it) |