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Gli africani che lavoravano come spie a danno dei propri fratelli di solito lo facevano per denaro. Molti neri in Sudafrica pensavano che ogni sforzo per arrestare i bianchi fosse sconsiderato e destinato a fallire, perché i bianchi erano troppo forti e capaci. Quelle spie ci consideravano una minaccia non alla struttura di potere dei bianchi ma agli interessi dei neri, perché i bianchi se la sarebbero presa con tutti i neri a causa del comportamento di pochi fanatici. Per contro, c'erano molti poliziotti neri che segretamente ci venivano in aiuto. Erano bravi ragazzi che vivevano un dilemma morale. Erano fedeli a chi li impiegava e avevano bisogno di conservare il lavoro per mantenere la famiglia, ma simpatizzavano per la nostra causa. Avevamo un'intesa con alcuni agenti africani dei servizi di sicurezza, che ci avrebbero avvertiti in caso di incursioni della polizia. Quegli uomini erano patrioti che rischiavano la vita per sostenere la lotta. (it) |