Mention675063

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so:text Ad ogni modo, come opina anche il prof. Castelli, per quanto sia grande il pregiudizio dottrinale di Cecco, non vi è malignità di sorta o viltà di oltraggio; «anzi vi scorgiamo una forma dantesca di lealtà e di carattere». Onde il pigliarsela tanto contro Cecco d'Ascoli per conto di Dante è un far torto ad ambedue e alla verità storica, e ha fatto anche torto a se stesso il principe dei nostri viventi letterati e poeti unendo la sua nota intemperante al triste coro d'onta e di spregio contro il tanto calunniato Ascolano, vittima d'immeritata sventura, per la libertà del pensiero, per lo spirito battagliero della critica contro gli errori di quelli che andavano per la maggiore, che ai prepotenti del trono e dell'altare non curvò mai la fronte, più coraggioso in ciò dello stesso Dante. Imperocché, secondo il Colocci anche Cecco era Ghibellino, e soleva dire che Dante se era acconcio co' frati, temendo il loro furore, perché in quelli tempi era cosa stupenda la iniquità dè frati contro li homini docti. (it)
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