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La strada inizia come una sorta di farsa stridente e nostalgica per scivolare poco alla volta verso una tragedia quasi scespiriana. Più che a Charlot, al quale è stata frettolosamente paragonata, Gelsomina, creatura lunare interpretata con grazia un po' maldestra dalla moglie del regista Giulietta Masina, fa pensare ad Harpo Marx. Fa parte di quella famiglia di "clown bianchi" cari a Fellini, con Zampanò che è un crudele Augusto, e con un Matto filosofo che deve dare alla favola la sua morale: "Tutto serve a qualcosa, nell'universo. Anche un sassolino". Fellini ha dato opere più importanti, ma non ha ritrovato la purezza di questo sogno infantile. (it) |