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E alla fine in un solo urlo d'amore, d'ammirazione, di spavento quasi, ecco Coppi. Veniva avanti in un modo incredibile, anche per un profano: senza sforzo, con una leggerezza e una violenza che non gli costavano nulla, quasi precipitasse e il suo unico impegno consistesse nel dominare qualche potenza. Le sue ruote, non comprendiamo come, ci sembravano più alte e lievi delle altre. Ruote fatate su cui il contadino di ieri era stato rapito. Mentre il corpo rimaneva immobile, e quasi rilassato, il volto patito e duro che tutti conosciamo si muoveva in qua e in là, con una pena particolare, sorridendo senza sorridere. A somiglianza del volto di tutti i corridori era infiammato e cupo, gli occhi splendevano come di lacrime, un sudore copioso, o acqua che si era versata sul capo, gli grondava dal collo e dalla fronte. Come il becco di un rapace sfinito, il suo naso pungeva l'aria, il bianco della polvere. Era forse sfinito, ma volava. (it) |