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Quando conobbi Cobelli, ch’era anche un gran signore – a Milano quasi non ce ne sono più – e lo chiamai, come dovevo, "Maestro", lui mi guardò con quei suoi occhi stupiti: lo stupore di fronte al mondo pareva il suo sentimento dominante, essendo egli riuscito a conservare una caratteristica infantile come per miracolo. "A me? Maestro è Lei!". Mi venne dettata da San Gennaro una battuta felice: "Allora La chiamerò mon Petit Prince!", pensando al romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, che gli adulti dovrebbero meditare più dei bambini destinatarî. S’illuminò tutto. Me lo ricordo dall’epoca del Mago Zurlì: il pomeriggio si trasmetteva "La tv dei ragazzi": lui, Nino Castelnuovo e un altro grande, Ferruccio Soleri, facevano i mimi. Quanta ironia e delicatezza! (it) |