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Per tanto tempo la grande cultura europea aveva guardato con curiosità e interesse alla Cina: dov'erano le guerre di religione che insanguinavano l'Europa? Esse erano impedite da una religione che rifuggiva dal mistero e dal dogma, risolvendosi nell'etica. Per i philosophes era più facile riconoscersi nei mandarini che non nel clero cattolico o nei pastori protestanti. L'importanza del ruolo svolto da un ceto di intellettuali laici nel grande paese asiatico era confermata dal fatto che là le più alte cariche dell'amministrazione erano spesso assegnate mediante concorso pubblico piuttosto che essere appannaggio, come avveniva in Francia, di un'aristocrazia nobiliare, alleata e intrecciata col clero. In ogni caso, in Cina il principio laico e moderno del merito aveva la meglio sul principio oscurantista del privilegio fondato sulla nascita e sul sangue. (it) |