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La Serbia si era fatta carico del loro destino aiutandoli con sottoscrizioni pubbliche, accogliendo i loro profughi in un Paese già vessato dalle sanzioni, inviando loro danaro e non sbarrando la strada ai volontari. Certo, ci sono stati anche reparti di «volontari» che si abbandonavano ad atti di criminalità pura ma negli stessi momenti sul teatro della guerra civile bosniaca la Croazia schierava addirittura il suo esercito regolare e le armate musulmane erano rinforzate da «mujaheddin». Lo scandalo era solo dalla parte dei serbi e le critiche riservate esclusivamente a un governo che a Belgrado doveva dominare le follie dei nazionalisti e mediare fra i tentativi di pace e le accuse di essere antipatriottico. (it) |