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Sono accusato di aver disertato il mio re nelle sue avversità e di essermi unito ai suoi nemici. L'accusa è del tutto falsa, poiché il re disertò me ed i suoi sudditi. A tutti voi è noto, o signori, che la nostra frontiera era da un esercito comandato dal generale Mack, superiore a quello del nemico che avvicinavasi. Voi conoscete bene che il nerbo della guerra è il danaro. Il re, sotto pretesto di dover pagare quell'esercito, riunì tutto quello che poteva essere convertito in numerario; l'imbarcò sul vascello Vanguard della flotta inglese, unitamente all'enorme ammontare di 500 botti, e fuggì con quella preda verso Palermo per gavazzare in lussuriosa sicurezza. Chi fu allora il traditore, il re o io? Dopo questa impudente, e debbo dirlo, codarda diserzione del re, l'esercito di Mack si sbandò, per non aver ricevuto la paga, ed i Francesi occuparono Napoli. Vi è noto, o signori, che il mio patrimonio trovasi in questa città. Ponetevi nella mia situazione e dite come avreste agito. Ma io sono di credere che la mia distruzione è predeterminata, e che questa corte non è altro che corte di esecuzione. Se ho ragione, che il mio sangue ricada sul vostro capo e su quello dei figli vostri. (it) |