Mention69840

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so:text L'Italia degli anni Cinquanta e i primissimi Sessanta, prima della Dolce Vita, fu un laboratorio di umiltà e talento come non si verificò in nessuna parte di Europa. Nel mio lavoro non c'era l'assillante problema della pubblicità, della griffa. Una donna come Irene Brin poteva con leggerezza e ironia raccontare quel mondo restituendone perfettamente la letterarietà. C'era la marchesa Olga di Grésy, la baronessa Clarette Gallotti, la contessa Gabriella de Robilant, le principesse Lola Giovannelli e Giovanna Caracciolo. Poi c'era il marchese Emilio Pucci, la principessa russa Irene Galitzine, che era stata alla corte dello zar. In quell'Italia ancora povera, dignitosa e stracciona, un manipolo di aristocratiche non creò delle griffe o dei marchi, ma un gusto e uno stile. La più affascinante e inquieta di tutte fu Simonetta Colonna di Cesarò, moglie di Galeazzo Visconti di Modrone. Era in anticipo sui tempi. La prima donna della moda italiana, come scrisse Leonor Fini. Tra noi si sviluppò un forte legame. Quando aprii il mio atelier a Parigi mi mandò un corno di corallo rosso e un biglietto. (it)
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so:description Citazioni di Roberto Capucci (it)
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