Mention700901

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so:text Egli in tutta la lunghissima sua vita non gustò mai alcun cibo, che quaresimale non fosse stato. Non mangiò mai carne, né nella casa de' genitori, né nel Monastero de' Padri Minori, né nella sua Religione. In due pericolose infermità che ebbe, di cui una il condusse a morte, neppure poté indursi a sorbir solamente un brodo. Ad un medico che il persuadea a mangiarne, rispose: che il rimedio per la sua salute non era nella carne, ma solamente nell'erbe. Ed infatti, facendosi portar di queste, e mangiandone alla presenza del medico, di presente si trovò sano. Passò più oltre, non contento di astenersi della carne, delle uova, del cacio, del butiro, del latte e di ogni altra sorta di cibi pasquali, si privò ancora del pesce. In più volte nelle quali glie ne venne fatto presente, egli fu tanto lontano dal mangiarselo, che anzi mosso a pietà verso di quelli, incontanente diede loro la vita. Così praticò sempre nella Calabria, e in Napoli, nella Corte del Re Ferdinando, con maraviglia di tutti ne rinnovò il portento. Il suo ordinario cibo dunque era solo pane e sola acqua, alle volte in giornata di festa, vi aggiungeva l'erbe, e in tempo di solennità credeva di far banchetto in un piatto di vile civaia. (it)
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so:description La vita di S. Francesco di Paola (it)
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