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Molte cose, anche, compaiono dal nulla: pezzi di campo che non c'erano, salti di tempo che non conoscevi, angoli che non risultavano in nessuna geometria. Questa è una cosa che adoro dei grandi, di quelli che sono veramente grandi. Federer, nel suo piccolo, è uno che genera campo dove un attimo prima non esisteva. O traiettorie indeducibili dalle condizioni di partenza. Giuro che l'ho visto una volta schiacciare da fondo campo e fare punto tirando fuori dallo smash, contro ogni regola fisica, un pallonetto. Non so più chi fosse l'avversario, ma d'altronde neanche lui saprà più chi è, dopo quella palla. Va registrato che, a commento di prodezze del genere, Federer si concede di solito poco più che un parco gesto del braccio, più o meno quel che faccio io quando trovo parcheggio il sabato sera. Non sembra bisognoso di scaricare alcuna tensione, non ha l'aria di essere troppo stupefatto da se stesso, mai. (it) |