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Dire "io sono il mio corpo" equivale a sopprimere fra me e il mio corpo quella distinzione che stabilisco invece quando dico che il mio corpo è il mio strumento; d'altra parte, se io ammetto questa relazione strumentale, mi impegolo inevitabilmente in una regressione all'infinito. Infatti, uno strumento qualsiasi aumenta il potere di un corpo, ed in questo caso il potere del mio stesso corpo, non si può considerare quest'ultimo uno strumento se non immaginando un secondo corpo, che potremmo chiamare mentale, o astrale, di cui il mio corpo fisico sarebbe appunto uno strumento. Ma finché questo corpo, o mentale o astrale, è posto anche lui come corpo, la questione si sposta oltre e così all'infinito. Si può evitare la regressione solo ad un patto: questo corpo, che solo fittiziamente posso paragonare agli strumenti che aumentano i suoi poteri, in quanto è il mio corpo, non può essere uno strumento. Dire "mio corpo" equivale a dire "me stesso" e con ciò io mi pongo al di qua o al di là di qualsiasi rapporto strumentale. (it) |