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Ho discusso con tutti, ma con rispetto. Cuper ti rompeva i coglioni per stimolarti, la mano battuta sul petto è una metafora: incassa e vai avanti. Io avevo un'altra filosofia. Ancelotti mi sostituiva sempre dopo un'ora, poi mi disse "posso sbagliare, non ho le panchine che ha Sacchi", e da allora ci siamo aiutati a vicenda. Ho litigato anche con Benarrivo, Sheva, Chiesa, non lo sa nessuno. La gente ha i cavoli suoi, allo stadio vuole divertirsi, e devi rispettarla. Al cinema, non mi frega se Al Pacino ha bisticciato con De Niro o col produttore, voglio godermi il film. (it) |