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Tra tutti i poeti che lessi in questo periodo ce n'era uno che si distingueva dagli altri. Questa poeta era Yeats. Dovetti leggerlo a lungo prima di scoprire la differenza, e forse non l'avrei mai scoperta se non avessi letto anche le sue prose: cose come Rosa Alchemica e Per Amica Silentia Lunae. La differenza era che Yeats credeva. I suoi «immortali» non erano semplicemente frutto della fantasia o del desiderio. Egli credeva realmente che esistesse un mondo di esseri più o meno simili a loro, e che fosse possibile il contatto tra quel mondo ed il nostro. Per dirla in parole povere, credeva seriamente nella Magia. La sua fama di poeta ha in un certo senso oscurato questa parentesi nell'opinione che il pubblico ha di lui, ma sulla cosa non ci sono dubbi, come appresi quando lo conobbi alcuni anni dopo. (it) |