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La sua idea d'Italia non resse all'Italia vera e a quella amarezza, insoddisfazione di sé e per sé, ma pure sdegno morale, che il vivere in essa implicava. Le miserie dell'accademie universitarie, e disgrazie familiari, lo schifo per il fascismo e il marxismo, lo guidarono al realismo senza speranza di Pareto e Mosca. L'otto settembre e le miserie del dopoguerra, gli confermarono di aver avuto ragione. Libro questo suo fuori corso, da tutti dimenticato, eppure formidabile soprattutto nei capitoli primi, per spregiudicatezza, mai doma. (it) |